Vittorio Feltri, all’indomani dei funerali della povera Giulia Cecchettin, si arrabbia e commenta le ultime vicende sul caso.
Il caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta è diventato l’argomento maggiormente discusso sui giornali e in televisione. In questa ottica, infatti, i funerali della ragazza avvenuti nella giornata di martedì 5 dicembre sono stati trasmessi in diretta televisiva. Un qualcosa che non sembra aver trovato il parere positivo di Vittorio Feltri che nell’ultimo suo editoriale per Il Giornale è stato molto duro con le parole.
Feltri e il caso Giulia Cecchettin
“Basta circo mediatico sui funerali di Giulia”. Questo il titolo scelto di Feltri nell’ultimo editoriale per Il Giornale. “In effetti, anche io comprendo difficilmente la scelta di trasmettere il funerale di Giulia quasi a reti unificate”, ha proseguito il giornalista.
Come spesso accade, l’uomo ha deciso di rispondere ad alcune domande dei suoi lettori. In questo caso ad un utente che è rimasto “sconvolto” nell’apprende della diretta tv della cerimonia funebre della povera Cecchettin.
“In effetti, anche io comprendo difficilmente la scelta di trasmettere il funerale di Giulia quasi a reti unificate. La ritengo una decisione di cattivo gusto e, soprattutto, lesiva nei confronti delle altre vittime, le quali non hanno ricevuto la medesima attenzione, come se fossero di serie B”, ha detto Feltri.
“[…] Penso che tale interesse derivi da un elemento che caratterizza questo fatto di cronaca: la strumentalizzazione politica e soprattutto ideologica che ne è stata fatta in maniera spregiudicata ancora prima che fosse ritrovato il cadavere della ragazza. Siamo arrivati ad utilizzare persino un assassinio per attaccare il governo, la destra, Meloni, Salvini, Fratelli d’Italia, individuati quali difensori del patriarcato che, a sua volta, sarebbe causa della violenza contro le donne la quale talvolta tracima nell’omicidio, chiamato rigorosamente ‘femminicidio”.
“Circo mediatico”
Il pensiero del giornalista viene maggiormente a galla nella seconda parte dell’editoriale dove si spiega a tutti gli effetti il titolo con riferimento al “circo mediatico”.
“In questa visione alterata della realtà, Giulia non è soltanto vittima di Turetta, bensì ella diviene vittima universale, vittima di tutti, vittima anche tua, anche mia, essendo noi maschi (fino a prova contraria), vittima dei fascisti, dei razzisti, degli omofobi, della maggioranza, degli elettori di destra, della cultura dello stupro, del sessismo, del maschilismo imperante, eccetera eccetera”.
“Va da sé che tale strumentalizzazione si trasforma, per un meccanismo automatico e naturale, in spettacolarizzazione. Da qui il delirio del funerale trasmesso in tv, i parenti spiati dall’occhio della videocamera come fossero vip, per scandagliarne e coglierne e interpretarne ogni emozione, l’urgenza di inviare corone di fiori per non essere da meno e altresì l’urgenza di esserci per non essere giudicati male per non esserci stati […]”.